Oggi vi racconteremo una breve storia di ordinaria straordinarietà, che ha tra i suoi protagonisti una classe di studenti turchi in visita al Volta, arrivati in terra abruzzese un po’ per volontà e un po’ per caso, come spesso capita nelle vicende umane.
Per amore di precisione e dovere di cronaca vi forniamo altre informazioni di dettaglio: la vicenda narrata è datata 16 febbraio, gli studenti ospiti erano nel pieno di un Erasmus+ VET della durata di due settimane, accompagnati dai docenti Ahmet Hakkaoymaz e Hüssein Armut. Frequentano l’indirizzo Meccanica e Macchine Idrauliche dell’istituto Tecnico/Professionale Elbistan Mesleki ve Teknik Anadolu Lisesi (da loro non c’è distinzione tra tecnico e professionale, come qui da noi) della città di Elbistan, distretto di Kahramanmaras (e adesso tutti a vedere, con i potenti mezzi del web, dove si trova la città e se si vede la scuola, altrimenti un bell’impreparato in geografia!)
A guidare il Comitato Accoglienza c'era il prof. Antenore Dondarini: con l’entusiasmo e la generosità di sempre ha proposto ai nostri ospiti un percorso laboratoriale e di esperienze, attraverso i diversi luoghi dell’offerta formativa del Volta, insieme agli studenti della nostra scuola. Attimo dopo attimo, il caldo microclima della didattica del fare ha dissolto ogni distanza, diffidenza o paura preesistente: tra torni, robot, droni, stampanti 3D e le immancabili reazioni chimiche, in un luogo surreale di straordinaria ordinarietà - come si diceva - i ragazzi voltiani e quelli turchi si sono riconosciuti, hanno unito le forze ed hanno collaborato come chi si conosce da sempre, descrivendo, insieme e con naturalezza, una tappa della propria storia.
Come nelle migliori favole, la vicenda ha collocato il proprio finale nella bellezza dell’ufficialità: il Dirigente Scolastico, Prof.ssa Maria Pia Lentinio, ha ricevuto la delegazione turca ed ha conversato con i ragazzi e con i docenti accompagnatori; i docenti di oltre Bosforo si sono complimentati con i nostri studenti per la qualità dei lavori proposti, per la padronanza delle discipline e per la chiarezza nell'esposizione dei percorsi laboratoriali. Che dire? Una celebrazione, semplice e spontanea, della meraviglia dell’incontro. Il finale? Da fiaba: “... e fu così che ciascun protagonista si ritrovò arricchito, e per questa via imparò a vivere un po' più felice ed un po' più contento”. Che ve ne pare?