Stop al Cyberbullismo

14 Maggio 2018

È il titolo della conferenza dibattito pubblico sul cyberbullismo svolta durante la mattinata di sabato cinque maggio al Cinema-teatro Circus, organizzata da Ucipem e Lions club Pescara host con il patrocinio del Comune di Pescara.

Il nostro Istituto ha partecipato con le studentesse e gli studenti delle classi 1BM e 2CI, corretti, puntuali e con un interesse che solo certi problemi sono in grado di suscitare.

La tematica è stata introdotta con un intervento telefonico dello psicologo Paolo Crepet finalizzato a ribadire l'importanza e la centralità della scuola nella gestione di questi problemi: "Un’istituzione scolastica non può aspettare che il fatto avvenga prima di comunicare. Bisogna farlo fin dall’inizio dell’anno quando, al momento dell’iscrizione del figlio, la scuola esplicita le regole alle famiglie".

I comportamenti adottati dalle scuole sono stati rilevati da un questionario, somministrato agli studenti, per vedere quanto ne sapessero del cyberbullismo, e se fossero mai stati coinvolti in prima persona. La maggioranza di loro ha dichiarato di sentirsi sicuro, la quasi totalità di conoscere il fenomeno senza averlo mai subito, ma circa la metà di conoscere amici che ne sono stati vittime.

Al centro l'intervento della psicologa e psicoterapeuta Maura Manca la quale, rivolgendosi agli insegnanti e a tutti gli educatori, chiede coerenza nei comportamenti e scagiona la tecnologia in se da ogni responsabilità. Una vita resa pubblica sui social network, ammonisce, può arrivare a chiunque e non c’è niente, poi, che svanisca o si possa cancellare.

In merito al lavoro di repressione operato dalle Forze dell’ordine ha riferito il commissario Gianluca Di Donato asserendo che il risultato di un lavoro di repressione è nullo rispetto a quello che si può ottenere con la prevenzione.

A conclusione di questa importante occasione di confronto e approfondimento, vorremmo fare nostra la seguente riflessione: nel bullismo ci sono sempre tre figure, chi picchia, chi le prende e chi guarda. Chi non picchia e non le prende non può restare a guardare!